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Nei tempi attuali la definizione di Capitale Naturale sta sempre di più assumendo valore e presenza nelle discussioni, negli scritti e nelle posizioni politico amministrative.
In breve cerchiamo di far comprendere il significato profondo del temine e i concetti che lo sorreggono.
Anche in questo caso si tratta di un cambio di paradigma: passare cioè da un termine quale “ambiente” fin troppo utilizzato per operazioni di green washing a quello di Capitale Naturale che contiene e racchiude concetti molto avanzati.
Il principio della tutela dell’ambiente diventa “valore costituzionale”, e conseguentemente “principio fondamentale” per tutti gli Italiani e per la Pubblica Amministrazione con la recente revisione degli articoli 9 e 41 della Costituzione.
Con il 101° Congresso il CAI vuole portare l’attenzione sul “Capitale Naturale” costituito dall’intero insieme dei beni naturali (comunità vegetali, animali e componenti non viventi: aria, acqua e suolo), i quali forniscono benefici e servizi, diretti e indiretti, per l’Uomo e che sono necessari – se non indispensabili – per la sopravvivenza dell’ambiente che li genera.
È utile ricordare che la “sostenibilità” è entrata nel linguaggio attuale come presupposto per la tutela ambientale, ma fonda la sua efficacia sulla contemporanea presenza di due altri pilastri: quello sociale e quello economico.
La “sostenibilità” è la condizione necessaria per conservare il “Capitale Naturale” da cui otteniamo i “servizi ecosistemici”, indispensabili per la vita umana e per il mantenimento dell’ambiente in cui viviamo.
Uno dei principali “servizi ecosistemici” è costituito dall’acqua, cioè le risorse idriche, essenziali per la sopravvivenza della vita vegetale e animale.
La disponibilità di acqua dolce è fondamentale per la vita sul pianeta, e la scarsità di acqua è una delle emergenze che dobbiamo affrontare operando sulla razionalizzazione del ciclo dell’acqua, fortemente compromesso dal riscaldamento globale le cui manifestazioni più evidenti sono lo scioglimento dei ghiacciai perenni, la siccità, le precipitazioni irregolari, le esondazioni, lo spreco delle risorse idriche…
I boschi e le foreste, soprattutto in montagna, svolgono funzioni importanti: dalla sicurezza dei pendii, all’assorbimento dell’anidride carbonica, per non parlare della ricca biodiversità di cui sono dotati, oltre che rappresentare un importante servizio ecosistemico per il contenimento della produzione di anidride carbonica.
Il concetto di Capitale Naturale, quindi, non è una monetizzazione della Natura bensì una valorizzazione di quanto la Natura ci mette a disposizione.

10 Commenti

  • ANTONIO TARABORRELLI ha detto:

    Io penso che la parola Capitale rende meglio l’idea di ciò che si ha a disposizione così da mettere in atto tutti quei comportamenti per non disperderlo ma imparare a preservarlo e perché no ad incrementarlo , un pò come si fa o si dovrebbe fare normalmente. Qui entra in campo il CAI con i suoi titolati, soci, figure esterne ecc. che informano e perché no Formano durante le uscite su questi argomenti così importanti e vitali. - Sezione: Guardiagrele (CH)

  • Daniel Ruiz ha detto:

    Sono assolutamente d’accordo con i commenti precedenti. Monetizzare l’ecologia della vita e dei minerali della Terra con espressioni come “capitale naturale” significa sottoporli ai miti distruttivi del “mercato” che stanno portando la civiltà umana al collasso. Propongo di misurare l’azione umana sulla natura a traverso il concetto dei “limiti planetari”: https://www.thegoodintown.it/i-nove-limiti-planetari-secondo-johan-rockstrom/. Il CAI, come associazione ambientalista, deve assolutamente respingere il vocabolario del “greenwashing” come “capitale umano”. - Sezione: Firenze

  • Gennaro Ciavarella ha detto:

    Anche io concordo: il termine Capitale porta con se un valore utilitaristico troppo virato sul senso dell’Uomo. Occorre mettere al centro una progettualità dedicata alla sostenibilità e a una ricollocazione degli elementi naturali comprensivi dell’uomo. - Sezione: Foggia

  • Pietro Gavazzi ha detto:

    Condivido la proposta di Giovanni Berti, in quanto il “capitale” da una sensazione di dato economico da sfruttare, da mettere a reddito. E’ vero che il Capitale Naturale è “l’insieme dei beni naturali”, ma il capitale, può essere inteso anche come opportunità di sfruttamento, non certo sostenibile.
    Pietro Gavazzi
    CAI Nembro (Bg) - Sezione: Bergamo - Sottosezione di Nembro

  • Giovanni Berti ha detto:

    Forse sarebbe opportuno usare tout court ‘Natura’ e non ‘Capitale naturale’. La parola ‘capitale’ sembra porre in risalto l’aspetto contabile della natura, riducendola a un mero dato algebrico o aritmetico, a servizio anche di scopi non sempre condivisibili. Patrimonio naturale, ambiente naturale (come nello Statuto del Cai) o semplicemente natura possono essere più opportuni per evitare sviste. La conoscenza di ciò che ci circonda può essere adoperata per utilità immediate, che però causeranno danni futuri. Forse anche la filosofia non è da lasciare in soffitta, per lasciare spazio solo alle meraviglie della tecnica. - Sezione: Firenze

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