Il paradigma generato dalle conseguenze dei cambiamenti climatici impone al corpo sociale del Club alpino italiano la necessità di riflettere, oltre che sullo stretto rapporto che si ha con la montagna, anche sui nuovi stili di vita che dobbiamo impegnarci ad adottare per ridurre il nostro impatto sugli ecosistemi in relazione ai cambiamenti climatici. Avere la consapevolezza degli effetti che generano le nostre abitudini ci permette di assumerci le responsabilità delle nostre scelte individuali.
Sappiamo con certezza quali sono alcune delle azioni più importanti che dobbiamo compiere: riparare, riusare, riciclare, ridurre.
CONDIVIDI QUESTO QUADRO DI RIFERIMENTO INIZIALE?
Partendo da ciò che già possediamo e utilizziamo per ogni ambito della nostra quotidianità dovremmo scegliere di ridurre l’acquisto di nuovi beni a ciò che sappiamo identificare come realmente essenziale, preferendo tentare la riparazione di ciò che non è più funzionante, anche dei nostri vestiti o attrezzi per l’attività in montagna.
La tecnologia, inoltre, oggi si affianca ai tradizionali mercatini dell’usato per poter trovare ciò di cui potremmo avere bisogno, mettendo in contatto anche persone molto lontane tra di loro e ampliando l’offerta di merci in qualunque condizione e prezzo.
QUAL È IL TUO PENSIERO AL RIGUARDO?
Nella scelta dei nuovi acquisti è importante l’origine delle materie prime, la produzione eticamente sostenibile e a basso impatto ambientale, il corretto smaltimento di ciò che diventa un rifiuto, con particolare attenzione ai prodotti che rilasciano le micro plastiche. Ritenendo le emissioni di gas clima alteranti come un importante fattore del cambiamento climatico, è nostro dovere impegnarci per la maggior riduzione possibile dell’emissione di CO2.
COME VEDI LA COSA?
Cominciando dalla limitazione delle comodità a cui è più facile trovare un’alternativa: scegliere mete e percorsi a brevi o medie distanze; utilizzare mezzi di trasporto pubblici e collettivi: elettrici di nuova generazione alimentati con energia rinnovabile. Migliore potrebbe essere la decisione di usufruire dei servizi di trasporto pubblico anziché le automobili private, anche per ridurre gli effetti del traffico sulle strade. Particolarmente nelle attività di gruppo.
COSA DOVREBBE PROPORRE IL CLUB ALPINO IN MERITO?
Il Club alpino, attraverso le sue sezioni, organizza un gran numero di attività nelle zone montane: uscite sociali, corsi di formazione, soggiorni a vario titolo. Sarebbe auspicabile un maggior ricorso a mezzi di trasporto collettivi a basso impatto?
SI – È NECESSARIO
Si – MA NON È FATTIBILE
NO – NON È NECESSARIO
I mezzi collettivi esistono già: usiamoli.
Inoltre le sezioni del CAI devono incentivare l’organizzazione di escursioni con autobus noleggiati a tale scopo in vece che auto private.
Quanto al consumismo, nel CAI va assolutamente scoraggiato. Dobbiamo essere un modello di frugalità per gli altri frequentatori della montagna. - Sezione: Firenze
Credo che l’ambiente montano necessiti di una maggior tutela, anche in ottica futura, per lasciare una risorsa alle future generazioni.
Per questo è bene ripensare alla fruizione consapevole dell’ambiente montano; non tutto è per tutti!
inoltre invito a riflettere sul ruolo del CAI per chi si avvicina alla montagna.
Secondo me bisogna rivedere il concetto di “socio assicurato”, perchè non deve più essere sufficiente pagare una quota annuale o una tantum, per garantirsi la “sicurezza” in montagna, deve passare l’idea che è fondamentale una formazione che responsabilizzi il singolo;
per questo propongo l’assicurazione solo per i soci titolati e per chiunque abbia concluso un corso con contenuti che possano elevare il livello di consapevolezza e responsabilità di ognuno. - Sezione: Piacenza
Concordo con tutti i paragrafi. Sono convinta che il CAI potrebbe fare da apripista nel processo del cambiamento di abitudini ormai non più sostenibili e dare il buon esempio. Per fare questo ritengo che sia assolutamente necessario rivoluzionare i trasporti CAI, favorendo mezzi elettrici e/o mete raggiungibili con il trasporto pubblico. Sarà anche necessario trovare delle soluzioni sostenibili di fornitura elettrica ed idrica per tutti i rifugi. Per mantenere o ritrovare nei rifugi lo spirito della montagna si dovrebbe favorire i servizi più spartani che barocchi. La montagn è per tutti? La montagna è per chi la ama e per chi vuole imparare ad amarla. Chi la sfrutta la distrugge. E per non distruggere la montagna o meglio i suoi sentieri bisognerà anche stabilire una più efficace regolamentazione dell’accesso ai sentieri per le mountainbike. - Sezione: CAI di Milano