E’ il tema centrale del 101° Congresso!
Certamente una visione proiettata per almeno i prossimi dieci anni; non può e non deve in alcun modo essere interpretata come un passaggio veloce e automatico.
Tutti i lavori preparatori del 101° Congresso, oltre 150 ore di riunioni in remoto e in presenza, hanno fatto emergere la grande ricchezza di idee, insita nel CAI di oggi, pur nella diversità di attività, di specialità, di sensibilità, di età che contraddistinguono una organizzazione di oltre 340.000 Soci.
Il primo passo fondamentale e quindi di innesco del processo di cambio di paradigma, consiste nell’acquisire senza tentennamenti la consapevolezza di quel che rappresentano oggi e rappresenteranno sempre di più negli anni a venire i cambiamenti climatici in atto, diretta conseguenza del riscaldamento globale.
Non vi debbono essere dubbi o tentennamenti.
Ci vorrà del tempo, non troppo, ma soprattutto una attività di sensibilizzazione diffusa che veda le Sezioni come punto terminale di contatto diretto con i Soci con i quali dialogare, discutere e individuare i mutamenti comportamentali utili alla mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici e, nel contempo, a creare coscienze sempre più consapevoli nei fruitori della montagna.
In un’epoca di grandi cambiamenti ambientali, è oramai ampiamente noto come anche i comportamenti e attività non responsabili condotte da frequentatori non attenti ai valori ambientali della montagna, possano impattare sulla biodiversità e gli ecosistemi.
Lo scopo condiviso contribuirà a motivare i Soci, rendendoli non più soggetti passivi (o semplici ‘consumatori’ di montana) ma veri e propri attori pro-attivi di cambiamento. In tal senso gli stessi saranno stimolati a ragionare secondo un’ottica di manager della gestione e conservazione ambientale.
Sia ben chiaro a tutti che “gestione e conservazione ambientale” nulla hanno a che fare con una visione monolitica e cristallizzante degli ambienti naturali, anzi richiedono conoscenza, quindi arricchimento da parte dei Soci praticanti attività in montagna, e responsabilizzazione degli stessi nel vivere la montagna senza compromettertene le odierne potenzialità nell’interesse primario delle generazioni che verranno dopo di noi, le quali hanno ben diritto di potere vivere la montagna del futuro almeno come noi viviamo quella dell’oggi.
Durante i lavori preparatori si è sviluppata una ampia e molto partecipata discussione sull’apparente e spesso voluto contrasto concettuale fra limite e responsabilità.
Oggi, frequentemente sui social, si assiste alla tematizzazione del concetto di limite quasi che fosse una dimostrazione di debolezza intrinseca; al contrario rappresenta la consapevolezza del proprio essere.
Di conseguenza la responsabilità è la migliore risposta che oggi si può dare.
Responsabilità che con una acuta formulazione Jonas così declina: “agisci in modo che le conseguenze della tua azione siano compatibili con la permanenza di un’autentica vita umana sulla terra”.
La sfida che il CAI si trova ad affrontare, a partire dal giorno successivo alla chiusura del 101° Congresso, consiste nel consolidare il proprio ruolo sociale facendosi riconoscere come elemento di riferimento, di interpretazione consapevole e responsabile della montagna.
Un CAI connesso con la realtà, che si poggia sullo straordinario valore sociale del Volontariato.
Un CAI che unisce e non divide.
Un CAI che testimonia i propri valori fondanti nell’attualità, propugnando la coesione sociale e territoriale.
Car* 🌸,
di seguito le proposte di azione per il CAI di domani pensate dalle/dai partecipant* alle serate Cineclima che abbiamo organizzato come Sezione CAI Pisa in collaborazione con Extinction Rebellion Pisa.
Di seguito troverete due liste: gli impegni che ci prenderemo come Sezione e gli impegni che chiediamo si assuma il CAI Centrale.
*_Sezione_*
1. promuovere escursioni che utilizzino mezzi pubblici e/o bici per gli spostamenti in modo da ridurre la nostra produzione diretta di CO2 ed inquinanti atmosferici;
2. organizzare momenti di convivialità che prevedano cibi veg/vegani possibilmente biologici e a km 0 (con possibilità di inserire su richiesta cibi contenenti carne), in modo da a) promuovere un rapporto più consapevole con il cibo e con le aziende agricole del territorio, b) ridurre la produzione indiretta di CO2 ed inquinanti atmosferici, c) non renderci partecipi dei processi di landgrabbing e deforestazione;
3. passare ad un fornitore di energia che ci garantisca energia green (es. La cooperativa energetica “È nostra”), in modo da ridurre la nostra produzione indiretta di CO2 ed inquinanti atmosferici;
4. organizzare laboratori per la riparazione ed il recupero di abbigliamento tecnico usurato in modo da evitare il “consumo sportivo” e ridurre rifiuti e consumo energetico legato alle produzioni d’abbigliamento;
5.Organizzare laboratori di stampa ecotex per l’abbigliamento di sezione.
6. organizzare laboratori di assemblaggio/riparazione biciclette
*_CAI Centrale_*
1) fare pressione su Trenitalia (eventualmente in collaborazione con FIAB) perché aumenti il numero di stalli portabici;
2) Come per la Sezione (cibi veg, biologici, km0)
3) Come per la Sezione (fornitore di energia)
4) fare pressione sulle aziende che producono abbigliamento sportivo perché adottino le buone pratiche di Patagonia (che garantisce la possibilità di riparare i capi anche se fuori produzione)
5) stipulare accordi di fornitura di abbigliamento/merchandising e sponsarizzazioni esclusivamente con aziende equosolidali ed ecosostenibili;
6) firmare una convenzione con Bike Italia o qualunque altro ente si occupi di assemblaggio e riparazione di gravel e mountain bike per avere seminari tecnici specifici la meccanica della bicicletta
7) prendere contatti con la Dutch Cicling Ambassy per progettare politiche nazionali riguardanti la promozione dell’uso bicicletta (e magari progettare scambi internazionali se parte l’ufficio bandi europei).
Chi volesse contattarci può farlo all’indirizzo info@caipisa.it
Grazie per l’attenzione! - Sezione: Pisa