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Per approcciare in maniera concreta e propositiva il tema posto dobbiamo tutti compiere un cosiddetto stop and go!

STOP: iniziare a collocarci in un ordine mentale differente dalla consuetudine, non attuare comportamenti di evitamento, non limitarsi al racconto di ciò che è stato fatto sino ad oggi, non ritenere immutabili consuetudini e comportamenti che si basino su concetti anche moralmente elevati, ma non in sintonia con i tempi odierni e con le sensibilità dei Giovani di oggi…

GO: “alzare il nostro sguardo dalla punta delle nostre scarpe”, mettersi in gioco svincolandosi dall’età anagrafica, essere fortemente propositivi, pensare a ciò che possiamo fare concretamente per le generazioni future che sono già dietro l’angolo pronte a sfidarci sulle proposte.
Concretamente dobbiamo affrontare l’apparente e per molti aspetti voluto conflitto fra libertà e limite.
In un contributo attento e puntuale di Carlo Ancona al tavolo 2, con un proprio linguaggio raffinato e perché no in alcuni passi sofisticato, vengono posti interrogativi e indicate riflessioni non scontate soprattutto nella vita quotidiana dell’attuale CAI. Di seguito alcuni estratti dal testo:

  • Non è segno di novità, ma solo sintomo di disadattamento, replicare in un oggi che è drasticamente modificato gli schemi di ieri, fondati anzitutto sul valore della competizione, e della assenza di limiti e remore.
  • E poi, bisogna fare scelte di rispetto del limite. Ogni epoca ha i suoi orizzonti, e molti si trattengono dentro di essi; solo alcuni cercano di superarli; ma oggi abbattere l’orizzonte comune è astenersi dall’eccesso, scoprire il mondo negli infiniti spazi dimenticati che ci stanno accanto, e da cui la vita umana, per effetto del tempo, si è ritirata come una marea.
  • E così la montagna non è più il luogo della formazione, del confronto con sé stessi, della cooperazione con altri per un comune risultato, ma quello del puro godimento rapido, effimero e garantito, che non consenta troppi dubbi o riflessioni, anche in punto di valutazione del pericolo che si affronta.

Concretizzare queste indicazioni con la revisione e l’aggiornamento dei propri momenti formativi interni di ogni livello.

In questo CAI i Rifugi giocheranno un ruolo fondamentale: ripartendo dalla storica funzione di “punto di partenza” e non di arrivo: partenza di percorsi di conoscenza, di formazione e di consolidamento delle coscienze dei nuovi frequentatori della Montagna. Partenza per sperimentazioni progettuali, esecutive e gestionali coerenti e vettori di reale sostenibilità.
A fianco dei frequentatori un ruolo essenziale lo svolgeranno i Gestori che nella loro quotidiana preziosa attività di informazione e di indirizzo per i frequentatori potranno, se lo vorranno, essere la vera cinghia di trasmissione di questo cambio di paradigma.

 

3 Commenti

  • Maurizio Fermeglia ha detto:

    Progetto valutazione dell’impatto ambientale dei materiali da alpinismo. Il progetto ha l’obiettivo di valutare gli impatti ambientali del materiale usato per l’attività in montagna. I destinatari dello studio sono sia i frequentatori della montagna che la filiera della produzione dei materiali. E’ disponibile una normativa standard ISO 14.044 che permette di valutare l’impatto ambientale di prodotti e processi basata su analisi del ciclo di vita dal processo / prodotto (LCA), quindi, qualsiasi materiale e/o processo può essere assoggettato ad uno studio di impatto, in cui si riesce a determinare le conseguenze della fase di produzione, della fase d’uso e della fine vita del materiale in termini di diversi indicatori quali ed ad esempio il riscaldamento globale, la salute dell’uomo, l’utilizzo delle risorse, l’impatto sulla biodiversità ecc.
    Anche i materiali utilizzati per le attività in montagna possono essere oggetto di questa analisi di impatto ambientale purché siano noti i dettagli costruttivi, i materiali di cui sono composti e le stime dei consumi energetici per produrli e per gestirne il fine vita.
    Il progetto è già iniziato presso il CSMT del CAI con una valutazione delle norme già pubblicate ed individuazione delle attività da svolgere per poter eseguire gli studi LCA dei materiali non ancora coperti da normativa. Esistono procedure standard per gli sci e per gli scarponi da discesa, ma mancano per il materiale da alpinismo quali corde, moschettoni, imbraghi, caschi, zaini,….
    Il progetto prevede di intraprendere uno studio LCA aderente alle norme ISO per ciascuno dei materiali di interesse, iniziando dai materiali più utilizzati in montagna, per addivenire alla definizione di un set di regole per la stesura degli studi di LCA per i materiali di interesse, e, una volta completato lo studio, dare utili indicazioni ai portatori di interesse, ivi compresi gli utenti, le associazioni alpinistiche, CAI in primis, i negozi di vendita ed i costruttori dei materiali.
    D segnalare che il CAI sarebbe la prima assiciazione alpinistica ad avere un centro sudi che si occuap di queste tematiche. - Sezione: CAAI

  • MARISA DALLA CORTE ha detto:

    Il rifugista è la prima sentinella del territorio. Il rifugio è la prima stazione di soccorso, il primo servizio informazioni che si trova in quota, il piu’ agognato ambiente “caldo” dopo ore di cammino. Una certezza per chi lo raggiunge, un presidio per chi lo gestisce con professionalita’. Facciamo si che queste parole si trasformino per ogni rifugio in concretezza. Abbiamo bisogno di rifugi e non di centri benessere dispendiosi di energie inutili in termini di acqua e di consumi di altra natura. D’altro canto, le regole del rifugio e del rifugista debbono essere accettate a priori e conosciute alla partenza per un’escursione. Non è possibile che la gente voglia trovare nelle alte quote le stesse condizioni di alloggio che si trovano nei villaggi turistici. Se cio’ fosse, vuol dire che di montagna non se ne sa nulla. Purtroppo accade sempre piu’ spesso questa situazione ed il fatto di non voler capire che un ambiente montano impone comportamenti diversi. Il messaggio deve passare chiaro e forte: o uno lo abbraccia di buon grado, o ne rimane fuori. E’ ora anche di scoraggiare le persone che partono per la montagna nel pomeriggio, con abbigliamento indadeguato, per poi chiedere l’intervento dei soccorritori per stanchezza o perdita di orientamento. Molti stranieri quest’anno sono ricorsi a questi interventi, naturalmente senza che la maggior parte di loro abbia pagato le prestazioni anche con elicottero. Qui ci sarebbe da scriverne un libro. Cio’ che voglio dire è che il grande degrado culturale ed il senso del rispetto si vede anche nella frequentazione della montagna. - Sezione: Cai di Feltre - Referente commissione Tutela Ambiente Montano

  • Daniel Ruiz ha detto:

    Il mito attuale del rifiuto dei limiti e della libertà individualistica per disturbare gli altri è ciò che ci ha portato al collasso al quale ci stiamo rapidamente avvicinando. È fondamentale che il CAI instilli nei suoi soci la filosofia dei limiti, della sobrietà e della responsabilità. - Sezione: Firenze

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